A cura di: Andrea Manica
Roberta Giallo, cantautrice raffinata e profonda, artista di spicco nella musica d’autore, ma anche attrice, scrittrice e presentatrice, è la prima “vittima” della nostra rubrica “RADICI & FUTURO”, una retrospettiva dedicata alla Rassegna di Officina Roversi 2025. Siamo alla vigilia di un appuntamento significativo per la città di Bologna: la prima Rassegna delle nuove poetiche della Canzone e della Poesia – Targhe Officina Roversi 2025. Con la generosità che la contraddistingue, Giallo ci svela le sue aspettative e il suo impegno in questo evento.
Roberta, in un panorama musicale che definire “competitivo” è quasi un eufemismo, la prima Rassegna delle nuove poetiche della Canzone e della Poesia sembra un porto sicuro. Cosa ti aspetti da questa iniziativa?
«Mi aspetto di essere sorpresa! Fortunatamente, negli ultimi anni ho avuto il privilegio di far parte di giurie in diversi premi e ho imparato a godere di ciò che arriva. Non c’è nulla di più bello che mettersi in ascolto del lavoro altrui, specialmente se fatto con il cuore e con cura. Questa rassegna non è una gara, ma un’opportunità per chiunque si senta poeta o cantautore di dire: “Esisto, ci sono”».
Nella tua carriera ti sei trovata spesso a dialogare con il repertorio musicale del periodo Dalla-Roversi, interpretando con trasporto “classici” come “Nuvolari” e “La canzone di Orlando”. Cosa rende queste opere così moderne, in contrasto con la “finta modernità” odierna?
«Roversi, come Dalla, è riuscito a diventare un classico proprio in virtù della sua unicità. Per me, la vera modernità non è rincorrere le tendenze, ma elaborare uno stile che incarni ciò che sei. Roversi mi ricorda l’importanza di essere al servizio della società, di mettere da parte l’ego per un’arte che sia per gli altri, una poesia “civile” che si spinga oltre la militanza partitica e che entri nella concretezza della vita. In un’epoca di velocità estrema, dove la profondità rischia di perdersi, Roversi ci insegna a riprenderci il tempo per lo spirito, a riscoprire il valore del silenzio e dell’ascolto condiviso».
Nel tuo percorso artistico ventennale, Roversi e Dalla (con cui hai anche collaborato) sembrano essere i tuoi “angeli custodi”. Come si traduce questa eredità nel tuo impegno per “Officina Roversi”?
«Credo che Officina Roversi possa portare una riflessione sul mondo; la poesia è intuizione e partecipazione. Per quanto mi riguarda, metterò a disposizione la mia esperienza e la mia apertura all’altro. Non si smette mai di imparare e sono certa che i partecipanti a questa rassegna mi offriranno stimoli preziosi. L’obiettivo è dare attenzione alla parola, cercare la profondità che si cela dietro di essa e dietro il pensiero. Useremo anche i mezzi contemporanei, certo, non siamo “estremisti”, ma il nostro intento primario è cercare il valore intrinseco della profondità e della Bellezza».

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